DOVERE O PIACERE - Lazio Trasgressiva

DOVERE O PIACERE - Lazio Trasgressiva

Amo il mio lavoro: mi permette di viaggiare per l'Italia e di assaggiare ogni sorta di prelibatezza, da squisiti piatti di pesce a dei primi da leccarsi i baffi, e se penso che il più delle volte, sapendo del mio blog culinario di successo, i proprietari non mi fanno neanche pagare, beh, cosa voglio di più? Dopo i primi mesi di incertezze e dopo aver abbandonato il mio vecchio lavoro, la mia nuova vita mi sta piacendo parecchio, e dopo l'ultimo incontro per così dire culinario ammetto che mi piace sempre di più...
Per quanto adori il mestiere che faccio, però, ci sono anche alcuni nei, e non sempre le cose vanno come progettato, così come accaduto il mese scorso, quando era in programma una mia visita in un famoso bistrot in centro, di cui si parlava molto bene: materiale perfetto per i miei reel social, pensai, peccato che, nonostante le indicazioni in rete lo dessero aperto, trovai le serrande abbassate quasi del tutto. Giunto alla vetrina e constatato che quel giorno non avrei mangiato lì, rimasi qualche istante interdetto, salvo poi venire chiamato dall'interno: proprietaria e chef erano ai loro posti, e mi spiegarono che la cucina aveva avuto un problema e che avevano dovuto chiudere, e avendomi riconosciuto mi invitarono dentro per un caffè. L'effetto del locale deserto, con le luci basse e senza una mosca che volasse mi intimidiva un po', anche perché che le due erano di una bellezza inaspettata: Giulia, la chef, era piccina e bellissima, castana, dagli occhi azzurri e le trecce lunghissime, mentre Lorena, la titolare, era alta, formosa e dallo sguardo penetrante, che nascondeva un segreto, come ebbi modo di scoprire di lì a poco...
Le due mi seguivano da tempo sui social, e mi confessarono che temevano una mia visita prima o poi, anche perché so essere particolarmente pungente e critico quando non mangio bene, dunque il fatto di avere il locale chiuso proprio quel giorno da un lato fu per loro un sollievo, tanto che tirarono fuori un paio di birrette, da condividere con me, tanto ormai la giornata era persa... Fu così che iniziammo a chiacchierare e raccontarci i mille pettegolezzi sul mondo della ristorazione della città, mentre il giorno passava e calava la sera; ormai le bottiglie vuote erano parecchie, i discorsi sempre più sciolti e la sinergia che si era creata molto intensa, tanto che, molto poco professionalmente, mi buttai e diedi un piccolo bacio a Giulia, cosa assolutamente non da me, bacio e lei ricambiò una, due, tre volte, per poi darne uno a Lorena: fu l'inizio di un'esplosione tanto inaspettata quanto violenta, con le due che sembravano ragni cui la preda era loro piombata nella ragnatela...
I primi attimi dopo il contatto li ricordo a malapena, è tutto avvolto nella nebbia, nebbia che si dipanò d'improvviso appena la titolare fu senza vestiti, mostrando il suo piccolo segreto: un bastone lunghissimo, nettamente più grosso del mio, già pronto all'azione. Sospettavo che fosse una trans, a Torino ne conosco diverse e ho un sesto senso in merito, ma di belle così è difficile trovarne, doveva pensarlo allo stesso modo anche Giulia, che si fiondò sul suo uccello, che evidentemente ben conosceva, prendendolo in bocca mentre, con grande abilità, mi apriva la patta dei pantaloni, tirando fuori il mio. Con due bei pezzi di carne da lavorare, sembrava che la ragazza non sapesse quale scegliere, e infatti passava senza sosta da uno all'altro, spingendosi quanto più poteva tutto ciò che le offrivamo dentro, anche aiutata dalle mani di Lorena, ben salde al suo capo, intente a guidarne i movimenti e il ritmo; la complicità che c'era tra le due era evidente, capii al volo che quella di carpire uno sconosciuto e giocarci qualche ora era una prassi consolidata e che io ero solo l'ennesima loro vittima, caduta proprio per colpa di quella complicità consolidata e dal loro irresistibile mix di curve e malizia, con la trans che era particolarmente calda e Giulia che le teneva perfettamente testa: in che razza di situazione mi ero cacciato?
Ancora incredulo, specialmente per il fatto che qualche curiosone, dalla vetrina del ristorante, avrebbe potuto scorgere, accanto ad uno dei tavoli più lontani, il sottoscritto in compagnia di una splendida trans e di una giovane scatenata ai nostri piedi, quasi non mi accorsi che ora Lorena era scesa accanto alla sua fedele impiegata, accingendosi a un banchetto che vede come portata principale la mia verga, accompagnata anche dalle dolci labbra di Giulia, ma me ne sarei accorto di lì a poco, quando iniziò il lavoro di bocca, di gran lunga il migliore della mia vita, con una lingua indiavolata che frugava ogni pezzo del mio bastone, deliziandoli come mai prima. La scenetta ben presto cambiò, perché Lorena aveva in mente un altro sfizio, che aveva la sua fedele impiegata come fulcro: in barba alle norme igieniche, infatti, si sedette su un tavolo e fece accomodare Giulia, con la faccia rivolta verso di sé, mentre la faceva chinare per mettermi a disposizione le grazie dell'impiegata modello, disponibile non solo a fare straordinari, ma anche ad assecondare le fantasie della boss; non mi feci pregare ed entrai.
Ammetto di essere un bel ragazzo, alto e ben definito, e questo, oltre al fatto di essere abbastanza conosciuto nel web, mi ha sempre portato ad avere molte avventure, con tante donne di ogni sorta, ma una fessura così stretta e calda fatico a ricordarla, merito sicuramente della situazione, perversamente calda, con Lorena che si faceva fare un lavoro di bocca e Giulia che, obbediente, offriva la gola alla sua titolare e a me il suo sesso, inarcando quanto più poteva la schiena e alzandosi sulle punte dei piedi per farsi sbattere dal sottoscritto nel migliore dei modi. Man mano che passavano i minuti i miei colpi si facevano sempre più violenti e insistenti, aiutati com'erano dalle mie mani, che accompagnavano i movimenti prendendo per i fianchi la ragazza, e piccole gocce di sudore, che prima mi imperlavano la fronte, ora cominciavano a cadere sulla schiena di Giulia, quando Lorena decise che era giunto il momento che si godesse lei la sua piccola dipendente, facendola salire sul tavolo assieme a lei e posizionandosela sopra, con la giovane che prese a saltellare leggiadramente su di lei, mentre la splendida trans mi fece avvicinare e, quando fui a portata della sua bocca, da supina che era iniziò a prendere tra le labbra il mio arnese. Potevo sentire benissimo quanto lei si stesse divertendo, i suoi spasmi di godimento si ripercuotevano in tutto il corpo con brividi e fremiti che arrivavano fino alla sua bocca, trasmettendoli al mio pezzo di carne, lavorato alla perfezione, tanto che più volte mi venne l'idea di scaricarmi proprio nella sua calda gola, sicuro del fatto che sarebbe piaciuto da morire anche alla transex.
Lorena però aveva altri piani per la testa, quello per lei era solo l'antipasto, perché come portata principale voleva me dentro di lei, e una signora così autoritaria va sempre accontentata: Giulia, ormai in estasi, almeno a giudicare dal laghetto che aveva prodotto sul tavolo, venne fatta scendere e la padrona di casa, avvicinato il sedere al bordo, ancora sdraiata, mi offrì la sua fessura, già pronta ad accogliermi. Accompagnato da un lungo gemito di Lorena, la mia verga lentamente scivolò al suo interno, incontrando una leggera resistenza che rendeva ancora più delizioso quell'inesorabile avanzamento del membro, che arrivò fino in fondo, per poi ritirarsi e ricominciare da capo, con sempre più vigoria, mentre tenevo la splendida trans ben salda per le caviglie, spalancandole le gambe per godermi lo spettacolo delle sue forme che si contorcevano dall'estasi, anche grazie alla cara Giulia, alle prese col randello di Lorena, infilato completamente nella sua gola.
La trans stava accogliendo la mia carne come meglio non credevo, e in ogni istante di quel perfetto incastro lottai con me stesso per non venirle dentro, tanta forte era la tentazione, ma Lorena non era ancora sazia, e io volevo farla divertire quanto più potevo, così la misi a novanta e incominciai a pomparla da quella posizione, con Giulia che nel frattempo, messasi sul tavolo, a sua volta si godeva la lingua della sua titolare, che con foga si concentrava come meglio poteva sulla passera della sottoposta. Guardare in faccia la giovane ragazza, i cui seni erano stretti dalle mani di Lorena, mentre veniva più e più volte, mentre io acceleravo sempre di più il ritmo nel didietro della trans era uno spettacolo per gli occhi, non resistetti oltre, scaricando tutto ciò che avevo dentro la proprietaria del rinomato ristorante.
Sarà per l'improvviso imbarazzo, oppure per il timore, arrivato tutto d'un tratto, di venire visti dalle vetrate, fatto sta che gli attimi subito dopo quel meraviglioso fuori programma me li ricordo confusamente, tra vestiti da raccattare, capelli da sistemare e tavolo da ricomporre, quello che mi ricordo è l'aria fresca del dehor non appena fui fuori, praticamente scacciato in fretta e furia dalle due, e dal primo mio pensiero, ancora divertito, che ebbi una volta uscito: quanto mi piace il mio lavoro!

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